INFORMATIVA SANITA'-- Roma, 16 Giugno 2021 --

 Parlare oggi, dell’efficacia delle mascherine o dei vaccini anticovid-19, piuttosto che della legittimità o meno dell’istituzione per legge dell’obbligo vaccinale, o dei DPCR con i quali si è disposta la restrizione di libertà personali, è sicuramente importante ma temo che non produrrà effetti significativi. Questo perché, oltre al fatto che da oltre un anno la rappresentazione della pandemia è stata faziosamente riportata dai maggiori organi di informazione, si sta verificando che tutto quello che è accaduto e che sta accadendo, venga di buon ordine accettato dalla gente, come l’inevitabile conseguenza di una grave emergenza sanitaria, causata da una pericolosa pandemia , di fronte alla quale bisogna essere disponibili a fare qualsiasi sacrificio per non rischiare la salute e la vita, personale e dei propri cari.


Occorre quindi divulgare la verità, ossia che la malattia esiste, ma può essere efficacemente curata se si interviene coni farmaci giusti, mentre è fittizia l’emergenza sanitaria, artificialmente indotta a fini manipolativi.


Bisogna rendere decifrabili e visibili alla gente, le menzogne sulle quali è stata fondata e costruita questa falsa emergenza sanitaria, contrabbandando come pandemia mortale quella che nel migliore dei casi risulta essere una epidemia, potenzialmente grave laddove non venga tempestivamente curata.

Reputerei utile a tale scopo, approfondire tre aspetti:

1) Da dove e soprattutto come nasce questo benedetto virus (COV-SARS-2)?

2) Come si è giunti a far si che quasi l’intera popolazione italiana, compresi moltissimi medici (ma non tutti) ed operatori sanitari, siano arrivati a convincersi che in Italia vi siano stati milioni di contagiati e diverse decine di migliaia di morti ? (ufficialmente ad oggi 10-06-2021, 4.238.000 casi di contagio e circa 127.700 decessi causati dalla malattia COVID-19) .

E come è stato possibile convincere quasi tutta la popolazione a sottoporsi ad una “vaccinazione” multipla, non priva di rischi anche considerevoli? (ad oggi 10-06-2021 sono state inoculate, in Italia, 39.891.977 dosi di vaccino. Considerando le persone che hanno ricevuto almeno una dose, è stata interessata, tra il 40 ed il 50% della popolazione, con variazioni a seconda della Regione considerata). È previsto il raggiungimento dell’80% della popolazione nazionale entro ottobre 2021).


Punto 1) In questi giorni si sta parlando, su TV e giornali, per lo più con toni sorpresi, del fatto che l’immunologo Antony Fauci, avrebbe sempre e fin dall’inizio della pandemia conosciuto e saputo dei sospetti che vari scienziati ed infettivologi americani avevano sulle origini del virus, mettendo in discussione l’ipotesi che il virus derivasse da un normale processo evolutivo naturale, come invece raccontavano Tv e giornali senza sosta.


Ma negli ambienti accademici e scientifici indipendenti dove ancora esiste il libero pensiero, tutto ciò lo si sa almeno fin dall’inizio dello scorso anno:


All’inizio del mese di gennaio 2020, nove scienziati della scuola di scienze biologiche Kusuma di Nuova Delhi in India, hanno sottoscritto e pubblicato in prestampa, un completo , complesso ed originale studio scientifico per approfondire le conoscenze sul virus COV-SARS-2 , che all’epoca non era ancora stato così nominato dall’OMS, ma veniva indicato con la sigla “2019-nCoV”.


Venne in tale studio profondamente indagata la glicoproteina indicata sovente con il termine di proteina spike, confrontandola con quella di altri coronavirus della stessa famiglia (Coronaviridae, famiglia, cui appartiene anche il virus del raffreddore e il virus della SARS ).


La proteina spike è fondamentale per comprendere il comportamento di questi virus, essendo composta da due subunità: S1 e S2. La subunità S1 favorisce la formazione del legame con i recettori cellulari, mentre la subunità S2 facilità la fusione della membrana cellulare, ossia la penetrazione del virus nella cellula bersaglio.


Dai risultati dello studio sono emersi inquietanti risultati, tra cui:


- nella proteina spike del COV-SARS-2 , sono stati ritrovati ben 4 inserti (sequenze costituite da 6 a 12 amminoacidi) che non sono presenti in alcun altro coronavirus


- questi 4 inserti , per la loro composizione sono risultati identici o simili ad analoghe sequenze amminoacidiche presenti sulla proteina spike del virus HIV-1 , (retrovirus responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita. In particolare gli inserti 1 e 2 sono uguali al 100% mentre gli inserti 3 e 4 sono parzialmente uguali ed in parte differenti). Gli autori dello studio in proposito sostengono che ciò è improbabile che avvenga casualmente.


Ma vi è di più. Questi 4 inserti , sono contenuti nella subunità 1 della proteina spike e tutti e 4 gli inserti , “convergono per costituire il sito di legame del recettore, ossia si sono rivelati fondamentali per il virus per riuscire a “identificare ed agganciare le cellule ospiti”. In pratica faciliterebbero la capacità del virus di legarsi alla cellula bersaglio per poi penetrarvi all’interno.


Ed ancora, gli autori lasciano intendere che questi inserti proteici potrebbero spiegare come il virus, inizialmente noto per infettare gli animali ma non l’uomo, possa aver guadagnato il trofismo per ‘uomo.


Questi scienziati concludono scrivendo: “È improbabile che il ritrovamento di 4 inserti unici nel 2019-nCov, tutti aventi identità/somiglianza con residui di amminoacidi nelle proteine strutturali chiave dell’HIV-1, sia di natura fortuita” .. “i nostri studi suggeriscono un’evoluzione non convenzionale del 2019-nCoV” (COVSARS-2), altro che evoluzione naturale del virus del pipistrello.


Ebbene questo studio scientifico pubblicato in prestampa a gennaio 2020, a distanza di nemmeno un mese è stato ritirato dagli stessi autori, ufficialmente per rivedere le loro interpretazioni dei risultati sulla base dei commenti ricevuti dalla comunità di ricerca. Lo studio non è più stato pubblicato. Ad esso ha fatto un velato ma rivelatorio riferimento Luc Montagnier in un suo video dell’ aprile 2020.


(Ma avendo all’epoca scaricato lo studio per approfondimento personale, ne conservo copia).


Da tutto ciò si deduce che il virus molto probabilmente, sia stato il frutto di un procedimento di ingegnerizzazione artificiale.


Quanto al fatto che sia “fuggito” da un laboratorio, appare ancora più assurdo. Credere che un virus possa fuoriuscire accidentalmente da un laboratorio di massimo contenimento (BSL-4 ), dove i ricercatori devono cambiarsi i vestiti e fare la doccia due volte al giorno, in ingresso e in uscita, dove tutti i rifiuti vengono adeguatamente smaltiti, dove perfino l’acqua viene trattata e l’aria adeguatamente filtrata, è come pensare che una bomba atomica possa essere fatta uscire accidentalmente da un sito di stoccaggio degli ordigni nucleari.


Punto 2) Per creare una emergenza sanitaria serve generare la diffusa percezione dell’esistenza di una pandemia grave, molto contagiosa . Serve quindi poter mostrare un quotidiano numero di nuovi contagiati e di decessi, in una costante martellante propaganda. Un simile obiettivo, che poteva ritenersi teorico ma non percorribile fino a due anni fa, è stato invece arditamente realizzato con l’ausilio di una procedura sofisticata utilizzata a fini diagnostici, chiamata Real Time PCR, applicata al materiale biologico prelevato tramite un tampone oro faringeo, per individuare i “postivi”, comunemente intesi come coloro che sono in grado di diffondere il virus. Tale metodologia, il cui intimo meccanismo di funzionamento è noto solo a pochi addetti ai lavori, si è rivelata essere particolarmente idonea per ottenere risultati manipolati e generare una enorme quantità di dati fasulli da cui ottenere dati statistici completamente sbagliati ma da quasi tutti creduti essere veri.


Senza entrare troppo nl tecnico vediamo di capire in maniera assai semplificata, come funziona un test molecolare e perché i dati sui contagi siano falsi:


- Il tampone molecolare preleva dalle mucose orofaringee dei fluidi, che vengono poi esaminati


- dai fluidi, con adeguati passaggi tecnici, va isolata la presenza di almeno tre geni (sequenze di mRNA) appartenenti al virus. È fondamentale che i geni isolati siano caratteristici ossia siano tutti e tre specifici del virus, diversamente non si potrà sostenere che l’individuo da cui proviene il tampone, sia infettato. (Ad esempio nella saliva si ritrova materiale genetico proveniente dalle stesse cellule delle mucose dell’individuo che effettua il tampone e non può essere confuso o scambiato per quello virale). Per garantire che vengano isolati solo i geni del virus vengono adottate particolari molecole dette primers (composte da 18-24 nucleotidi) , per costruire le quali, è necessario conoscere in dettaglio la sequenza nucleotidica, ossia la composizione dei geni virali che si vogliono ricercare, in quanto i primers devono essere specifici per le sequenze geniche del virus ricercato. È come se per costruire una chiave si dovesse prima conoscere in dettaglio la serratura che deve aprire, altrimenti la chiave non funzionerebbe o aprirebbe la serratura sbagliata.


- Perché il materiale genetico isolato dal tampone possa essere rilevato, deve prima essere amplificato nelle quantità, e per ciò viene duplicato molte volte tramite dei “cicli” di riscaldamento durante i quali particolari enzimi lavorano producendo la duplicazione del materiale genetico. Per cui al primo ciclo, da una molecola ne derivano due, al ciclo successivo sono 4, poi 8, poi 16 e così via. Dopo 25 cicli avremo quasi 17 milioni di copie dei geni originali. Perché la risposta del test sia da considerare significativa, non andrebbero superati i 25 cicli, poiché andando oltre si finisce per avere risultati non veritieri ossia falsi positivi. Spingendo la procedura a 30 cicli o oltre, il test perde qualsiasi valenza clinica.


Ciò premesso, si consideri che:


- Il test PCR non ricerca virus ma frammenti genetici del virus, il che implica che l’esito del test possa risultare positivo anche in presenza di frammenti genetici non più attivi del virus, quindi anche in un soggetto assolutamente sano.


- I test PCR utilizzati per individuare i positivi al COV-SARS-2, in realtà non garantiscono la ricerca di geni che siano tutti specifici del COV-SARS-2, e questo non deve sorprendere considerando che il completo sequenziamento genico del virus non risulta ancora essere stato effettuato e quindi i primers utilizzati nel processo sono necessariamente aspecifici. Il risultato è che spesso i geni ricercati potrebbero essere comuni ad altri coronavirus come il virus del raffreddore che è molto diffuso, col risultato che venga dichiarato positivo un individuo che abbia in realtà un banale raffreddore.


- A partire dall’inizio di aprile 2020, i laboratori dove vengono elaborati i test PCR, hanno avuto direttive dalle autorità sanitari regionali, discendenti da disposizioni delle autorità sanitarie nazionali, e queste a loro volta dall’OMS, per le quali l’esito del test debba considerarsi positivo, anche quando fosse stato rilevato un solo gene tra quelli ricercati. (vedi documentazione del Dott Scoglio). A ciò si aggiunga che molti laboratori almeno fino a fine 2020, hanno utilizzato la procedura spingendola ben oltre i 30 cicli.

Riporto alcuni studi , dichiarazioni e documenti del Dr Scoglio e del prof. Tarro.


Scoglio,Intervista

https://mega.nz/file/Pf5QDRoI#wf471mWJZauVjcFnxGsxQeDewLtO2UDG_MWEs-q8zgI



Il risultato è stato quello di generare una enorme mole di falsi positivi, stimata da studiosi indipendenti essere non inferiore al 95%. Questo spiega perché e non lo si poteva nascondere, il 95% dei positivi risultavano clinicamente asintomatici (probabilmente in realtà soggetti sani) .


Ciò a reso necessario sdoganare per il grande pubblico, la falsa informazione scientifica secondo cui i soggetti positivi, anche se asintomatici, siano sempre e comunque potenzialmente contagiosi, anche dopo aver superato un periodo di quarantena, o dopo il superamento della malattia testimoniato dalla titolazione degli anticorpi.


Pertanto , partendo dall’utilizzo del tampone molecolare e del test PCR come strumento diagnostico, si è ottenuta una casistica gonfiata almeno di 10 volte sui positivi, Questi sono stati tutti passati per malati contagiosi.


La disposizione data a tutti i medici di famiglia di non visitare ed assistere domiciliarmente i malati , ha portato all’intasamento dei pronto soccorsi e degli ospedali a cui si rivolgevano moltissime persone, poche delle quali malate, mentre la maggior parte erano sane, ma spaventate dal risultato positivo di un tampone e non sapevano a chi altri rivolgersi .


Quanto ai decessi, la cosa è più semplice.


È bastato da parte dell’OMS rilasciare disposizioni seguite poi dai vari paesi, per le quali, i decessi venissero invariabilmente attribuiti alla COVID-19, qualora l’esito del tampone fosse risultato positivo (cosa non difficile da ottenere come abbiamo visto).


E così, cosa che fino ad un anno prima nessun medico si sarebbe potuto immaginare potesse accadere, sono finiti nella statistica dei morti da COVID-19, persone affette da più patologie gravi senza alcun accertamento sulla causa di morte, persone affette da neoplasie allo stadio terminale, persone decedute in incidenti stradali e perfino persone morte per annegamento.


Tutto ciò per alimentare la paura. Da qui discende l’accettazione della gente delle varie misure di restrizione delle proprie liberta.


L’obiettivo intermedio di tale gestione politica della “pandemia” da COV-SARS-2, era ed è ancora quello di portare tutti a vaccinarsi.


A tale scopo sono stati attuati lunghi periodi di restrizioni delle proprie libertà, anche palesemente estranee a qualsiasi esigenza sanitaria, come ad esempio il coprifuoco, in modo che una promessa di maggiore liberta per i vaccinati conducesse molti ad accettare di vaccinarsi. E questo sta accadendo. Per gli altri che prudenzialmente avrebbero preferito almeno attendere, sono state messe in campo misure indirettamente coercitive, come l’obbligo vaccinale per i sanitari o il green pass la cui formale adozione è prevista entro giugno.


Non si trascuri il fatto che per legittimare la distribuzione di vaccini sperimentali, consentita dalle norme solo in caso di assenza di una terapia efficace verso la malattia, si è dovuto far credere che non esistano farmaci in grado di trattare adeguatamente la COVID-SARS-2, da qui la guerra mediatica per screditare l’utilizzo di farmaci invece molto efficaci e testati su questa patologia in varie nazioni, (tra i quali citiamo i più noti come la vitamina C e D, l’drossiclorochina, l’azitromicina, l’ivermectina, anticoagulanti come l’enoxieparina, anti infiammatori cortisonici ecc.)


la vaccinazione di massa cui stiamo in questi giorni assistendo, somministrando a milioni di persone vaccini che sono stati autorizzati ma non ancora approvati dalle agenzie sanitarie (EMA a livello europeo, AIFA per l’Italia) si sta rivelando in molti casi tragica, non solo per i gravi effetti collaterali che stanno emergendo, ma anche perché questi vengono assai spesso minimizzati e nascosti.


Cito il caso del militare Stefano Paternò:


Il 9 marzo , circa 15 ore dopo aver effettuato il vaccino anti covid di AstraZeneca, muore improvvisamente il militare della Marina Italiana Stefano Paternò a soli 43 anni. la Procura di Siracusa apre una indagine ed in data 26 marzo, l'agenzia ANSA siciliana comunica le conclusioni a cui sono giunti i periti consulenti nominati dalla Procura. Emergono 2 elementi fondamentali: 1) nel lotto di vaccini non vengono rilevate anomalie 2) viene ammessa dai consulenti della Procura la sussistenza di "correlazione eziologica tra il decesso e la somministrazione del vaccino anticovid19 AstraZeneca" in altri termini significa che il vaccino è stato riconosciuto ufficialmente essere stato la causa della morte improvvisa del militare. trovate a questo link la notizia dell'ANSA.


https://www.ansa.it/sicilia/notizie/2021/05/26/periticorrelazione-eziologica-vaccino-az-morte-militare_2caccc3b-6b0a-44c8-be4c-411676510463.html


Il fenomeno patogenetico che ha causato la morte, conosciuto in gergo tecnico come ADE, (cerco di semplificare al massino) si è scatenato in quanto il militare aveva già nel suo organismo gli anticorpi contro il virus, conseguenti al fatto che il militare stesso aveva spontaneamente superato la malattia decorsa in maniera asintomatica, probabilmente senza che lo stesso militare se ne sia accorto. Alla somministrazione del vaccino, gli anticorpi già presenti in alta quantità, hanno reagito con le componenti del vaccino portando alla formazione di immunocomplessi ossia di aggregati che attraverso meccanismi cellulari complessi, scatenano la cosiddetta tempesta citochinica che conduce alla trombosi, sia a livello polmonare che di altri organi, con disastrose conseguenze: nel caso del militare Stefano Paternò la morte è giunta per grave insufficienza respiratoria.


Il mondo medico in buona fede si è allarmato, poiché ne deriva che chiunque venga sottoposto a vaccinazione, al fine di evitare questo rischio non da poco, dovrebbe preliminarmente sottoporsi ad esame sierologico per individuare la presenza o meno alte concentrazioni di anticorpi contro il virus. Alcuni medici sostengono che per gli stessi motivi, tale esame preliminare andrebbe svolto anche per i vaccinati prima di ricevere la seconda dose. E tuttavia a marzo nel sito del MIN.San. tale rischio veniva negato e veniva ritenuto “non necessario procedere prima della somministrazione del vaccino alla determinazione del titolo anticorpale!....


Ecco cosa pubblicava a marzo e cosa pubblica tuttora il sito del Ministero della Sanità su tale rischio:









In questa comunicazione inviata dal Min.Sanità a mezzo mondo, al penultimo capoverso viene riportata la raccomandazione dell’OMS con cui si ritiene non raccomandabile effettuare test sierologici per individuare la presenza di anticorpi, prima di sottoporsi al vaccino.



Il che non è demenziale, è criminale.


Circolare Ministero della Salute

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